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Con la firma del decreto del Ministero delle Politiche Agricole, dai 500 ai 1.100 euro ad ettaro alle aziende

Con la firma del decreto del Ministero delle Politiche Agricole, di concerto con il Ministero dell’Economia e della Finanza, diventa operativa la misura per il contenimento volontario della produzione e miglioramento della qualità dei vini a denominazione di origine e a indicazione geografica, per cui sono stati stanziati, nel Dl Rilancio, 100 milioni di euro. La misura, che consiste nella rimozione parziale dei grappoli non ancora giunti a maturazione o la mancata raccolta di una parte di questi, prevede una riduzione non inferiore al 20% rispetto al valore medio delle quantità prodotte negli ultimi 5 anni, escludendo le campagne con produzione massima e minima (quindi, la 2018 e la 2017). Per le aziende, il ristoro per ogni ettaro interessato da questa operazione - ossia la vendemmia verde - ha come importi massimi per ettaro: 500 euro per uve destinate a vini Igt, 800 euro per uve destinate a vini Doc e 1.100 euro per uve destinate a vini Docg.
Uno strumento molto atteso, che, come ricorda la Cia - Agricoltori Italiani, arriva in soccorso delle aziende vitivinicole che puntano sulla qualità e che sono state fortemente penalizzate dal lockdown, con il forte rallentamento delle vendite del canale Horeca e dell’export, e un conseguente aumento degli stock di prodotto invenduto a ridosso della nuova campagna vendemmiale. Anche se il decreto arriva quasi a fine luglio, con molte scelte già fatte da parte degli agricoltori, soprattutto per quanto riguarda l’uva bianca - osservano gli Agricoltori Italiani/Cia - rappresenta un aiuto alle aziende, in particolare per migliorare la qualità del prodotto e regolare il mercato, evitando ripercussioni negative sul livello dei prezzi dei vini. Ovviamente il decreto da solo non basta a rilanciare un settore da 13 miliardi, di cui oltre 6 miliardi realizzati sui mercati esteri, così colpito dagli effetti del Covid-19. Serve lavorare su un “progetto Italia” in cui i vini dei territori siano protagonisti e facciano da traino al made in Italy nel mondo. Per questo, bisogna orientare al meglio le risorse, puntando su promozione, Ocm e internazionalizzazione.

Fonte: WINENEWS.IT